Carme 12 di Catullo – traduzione in italiano e testo latino originale

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Nel carme 12 Catullo invita Asinio Pollione a restituire il fazzoletto rubatogli, caro al poeta non per il suo valore economico ma per il suo valore affettivo.

Nel carme è presente il tema dello scherzo e della raffinatezza della società; il ladro di fazzoletti viene preso in giro dal poeta e gli viene contrapposto l’esempio del fratello, ritenuto più raffinato.

Testo latino del carme 12 di Catullo

Marrucine Asini, manu sinistra
non belle uteris: in ioco atque vino
tollis lintea neglegentiorum.
Hoc salsum esse putas? Fugit te, inepte:
quamvis sordida res et invenusta est.
Non credis mihi? Crede Pollioni
fratri, qui tua furta vel talento
mutari velit: est enim leporum
differtus puer ac facetiarum.
Quare aut hendecasyllabos trecentos
exspecta, aut mihi linteum remitte,
quod me non movet aestimatione,
verum est mnemosynum mei sodalis.
Nam sudaria Saetaba ex Hiberis
miserunt mihi muneri Fabullus
et Veranius: haec amem necesse est
ut Veraniolum meum et Fabullum.

Carme 12 di Catullo: traduzione in italiano

O Asinio Marrucino, della mano sinistra
non compi un buon uso: nello scherzo e nel vino
rubi i fazzoletti a chi è disattento.
Questo credi sia spassoso? Ti sbagli, stupido:
è una cosa quanto mai volgare e grossolana.
Non mi credi? Credi a Pollione,
(tuo) fratello, che i tuoi furti anche per un talento
vorrebbe fossero messi a tacere: infatti è lui
un giovane esperto di finezze e amenità.
Pertanto o aspettati trecento endecasillabi,
o il fazzoletto rimandami,
che non mi interessa per il suo valore,
ma perché è il ricordo di un mio amico.
Infatti i lini di Setaba dalla Spagna
me li inviarono in regalo Fabullo
e Veranio: ed io devo amarli
come il mio Veranio e il mio Fabullo.

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